L’ORIGINE DELLA CUCINA KAISEKI
La cucina Kaiseki è un tipo di cucina giapponese ideata dal maestro Sen no Rikyu, il padre della cerimonia del tè giapponese, e le cui origini risalgono al XVI secolo. Letteralmente "pietra nello stomaco", la parola Kaiseki si riferiva alla pratica dei sacerdoti Zen di infilarsi nelle fasce del loro kimono, all’altezza del petto, delle pietre calde avvolte in asciugamani. Il calore emanato da queste pietre era destinato a prevenire gli eventuali morsi della fame che li colpivano durante le loro preghiere mattutine e pomeridiane. Con il tempo, il termine Kaiseki divenne un semplice pasto vegetariano stagionale che veniva servito dopo il chanoyu, ovvero la cerimonia del tè giapponese, mentre oggi, viene considerata come una forma d'arte che osserva l'armonia tra cibo e natura, e trasporta il commensale attraverso un viaggio di sapori, texture e colori. Un tradizionale pasto Kaiseki consiste quindi in una particolare sequenza di pietanze basate su diverse tecniche di preparazione: possono essere tutti inclusi i cibi in salamoia, crudi, grigliati e fritti, basta che rispettino un certo ordine. I piatti di questo tipo di cucina si concentrano soprattutto sulla stagionalità degli ingredienti e gli chef Kaiseki prestano molta attenzione alla presentazione. È proprio a questa particolare tipologia di cucina che si ispirano gli chef di Ristorante Acquerello, riponendo l’attenzione su ogni dettaglio, dalla selezione di piatti, fino al chicco di riso utilizzato, il tutto con l’obiettivo di creare armonia tra le preparazioni tradizionali giapponesi e l’altissima qualità dei prodotti italiani.