Freedom e le regole dell’abbinamento perfetto
Trovare il giusto abbinamento vino-cibo è il punto di arrivo della degustazione di uno e dell’altro, e per fare ciò è necessaria un’indagine preliminare approfondita delle sensazioni legate a questi due elementi. Volendo analizzare in primo luogo il cibo, è possibile descriverne delle impressioni il cui spettro prende in considerazione: la dolcezza (derivante dagli zuccheri, nei dolci e nei dessert), la tendenza dolce e la morbidezza che si ritrova abbinata ai carboidrati (nei farinacei pane, pasta) alle proteine (carne, legumi) ai grassi nei salumi; la sapidità (ad esempio nei formaggi stagionati e in molti salumi); la speziatura e la piccantezza (insite nei cibi ma anche dovute alla cottura e all’aggiunta delle stesse spezie durante o dopo la cottura); la tendenza acidula (in alcune verdure e ortaggi e nelle salse); la tendenza amara (nelle verdure ma anche nelle carni, soprattutto selvaggina); la succulenza (ossia la presenza di abbondanti liquidi all’interno del cibo, come nelle carni al sangue); la grassezza e l’untuosità (nei formaggi, nei salumi, in molte carni). Descrivendo il vino, invece, a livello gustativo le sensazioni più importanti sono: la sapidità e la freschezza o acidità (come nei vini bianchi giovani); la dolcezza; l’alcolicità e la sensazione pseudocalorica che ne deriva; il tannino nei vini rossi; la struttura ed in generale il corpo del vino; la maggiore o minore morbidezza conferita dai polialcoli, dai minerali e dalle altre sostanze disciolte nel vino. In base alle caratteristiche dell’uno e dell’altro elemento, è possibile quindi trovare criteri di abbinamento fondamentali come ad esempio l’unione dei dessert con i vini dolci, o l’accompagnamento del pesce con i bianchi e della carne con i rossi. Crediamo fortemente nella teoria degli abbinamenti e di come questa possa esaltare al massimo ogni sapore scelto, ecco perché da mercoledì a venerdì a pranzo proponiamo il nostro menù freedom: 3 vini abbinati a 3 portate. per una degustazione unica e originale.
LA STELLA MICHELIN: con quali criteri viene assegnata
La stella Michelin è un segno distintivo delle migliori realtà ristorative adottato dal 1926 dalla famosa casa produttrice di pneumatici, per recensire i ristoranti ed inserirli come consigli utili durante il viaggio. È un riconoscimento di prestigio attribuito dagli ispettori de La Rossa (anche così chiamata in gergo giornalistico) ai ristoranti giudicati migliori: viene valutata la cucina, lo chef, la location e tutta una serie di altri fattori importanti e necessari, secondo parametri ben precisi. L’ispettore incaricato si siede al tavolo del ristorante e consulta il menù, sceglie tra l’offerta gastronomica un piatto che consenta di valutare la qualità della materia prima, le cotture, il giusto equilibrio tra gli ingredienti, la creatività dello chef, la rivisitazione delle ricette, il giusto rapporto qualità/prezzo. La visita continua poi con l’ordinazione di altre tre portate diverse tra loro per valutare le competenze dello chef e dell’intera brigata di cucina. Non solo. Importantissimi sono anche il servizio, l’atmosfera, gli arredi e la location. Nel 2021 la stella di Acquerello è stata riconfermata grazie all’impeccabile lavoro degli Chef Silvio Salmoiraghi e Choi Cheolhyeok, ma anche grazie alla professionalità dell’intera brigata che lavora al ristorante. La stella Michelin è un segno distintivo delle migliori realtà ristorative adottato dal 1926 dalla famosa casa produttrice di pneumatici, per recensire i ristoranti ed inserirli come consigli utili durante il viaggio. È un riconoscimento di prestigio attribuito dagli ispettori de La Rossa (anche così chiamata in gergo giornalistico) ai ristoranti giudicati migliori: viene valutata la cucina, lo chef, la location e tutta una serie di altri fattori importanti e necessari, secondo parametri ben precisi.
IL GAMBERO: UNA MATERIA PRIMA ECCELLENTE
Tra i protagonisti dei piatti di Acquarello ci sono anche due tipologie di gamberi. Il primo che vi presentiamo è il Gambero Rosso di Mazara. Prende il nome dal porto dove i pescatori lo pescano quotidianamente e lo surgelano direttamente al momento della pesca, in modo tale da conservarne le doti e far sì che poi venga servito al cliente come se fosse stato pescato pochi minuti prima. Si tratta oggi di un prodotto molto diffuso: bisogna fare però molta attenzione sia al fatto che sia effettivamente il gambero originale sia che venga servito in modo da garantire la sua superba qualità. Per quello Acquarello è estremamente attento e si basa su fornitori che possono assicurare questi due presupposti fondamentali. Se esternamente è una tipologia confondibile con altri presenti ad esempio nelle acque africane, il suo sapore è unico e inconfondibile per chi ha avuto modo di fare il confronto. Il secondo gambero presente nel nostro menù è quello di Sanremo. Pescato nelle acque della città del Festival della musica italiana, è il re indiscusso della pesca della Liguria e vanta una tradizione che ha le sue origini nei primi anni del XX secolo. Si tratta di un prodotto di estrema qualità, per cui vale lo stesso discorso fatto per quello di Mazara. Il colore rosso acceso permette non solo di poter gustare un piatto estremamente gustoso, ma anche di dare all'occhio la parte che merita. Vieni da Acquerello e scopri i piatti che abbiamo ideato per valorizzare questi due eccezionali ingredienti.
scopriamo insieme la carne di piccione
Parliamo oggi di piccione, un volatile che, si voglia o meno, ha conquistato con la sua carne una posizione di privilegio nell’alta cucina. E non stiamo parlando solo di storia recente. La correlazione tra carne di volatile - cucina nobile si ritrova già a partire dal Medioevo: il consumo di questi animali rimandava a una sorta di elevazione figurativa, in linea con l’astrazione sociale dei più abbienti. Nei castelli vi erano persino delle torri «colombaie» destinate al nidificare dei piccioni, usati persino come merce di scambio o come moneta, tanto era il loro valore.Facendo un balzo in avanti, ritroviamo un piccione protagonista nell’alta gastronomia francese, ma anche elemento di pregio in cucine italiane tradizionali, come quella parmigiana o toscana. E ancora, arrivando ai giorni nostri, eccolo ingrediente principe nel menu di numerosi ristoranti blasonati del nostro Paese, con abbinamenti più o meno usuali. Avete già provato il nostro Piccione alla Perugina? Vi aspettiamo nel nostro ristorante per farvi apprezzare tutta la bontà di questa carne cucinata dalle mani esperte dei nostri chef e condita dalla loro personale creatività.
Il caviale: l’oro commestibile
Il caviale è uno degli alimenti più pregiati e costosi al mondo. Si ottiene da un particolare trattamento di salatura, in salamoia o a secco, delle uova di storione, il più grande pesce d’acqua dolce e salmastra d’Europa. Il caviale ottenuto dalle uova di storione ha una consistenza cremosa ed è formato da piccoli grani morbidi dal gusto molto delicato. Il processo di lavorazione che porta al prodotto finito va avviato il prima possibile dopo l'uccisione dello storione. Le uova vengono separate dallo stroma connettivale e dal grasso servendosi di un setaccio. Le uova vengono quindi accuratamente lavate in acqua fredda e sottoposte alla salatura. Esistono due diverse tecniche di salatura: l’immersione in salamoia e la salatura a secco. La quantità di sale che bisogna utilizzare varia a seconda della qualità della materia prima e del livello di controllo sanitario dell'ambiente di lavorazione. Una materia prima che richiede l’impiego di quantità esigue di sale garantisce una migliore qualità del prodotto finale. Da Acquerello è possibile gustare questo ingrediente prelibato come accompagnamento al nostro Storione in bianco alla Ferrarese.
Scopriamo insieme la Guida Michelin
La cura, l'amore e l'attenzione che viene dedicata ad ogni singolo ingrediente è la stessa che viene dedicata da un'artista ad ogni pennellata del suo quadro e la stessa che ci ha portato a conseguire la prima stella Michelin nel 2014.