Settembre 2022

Cosa accade quando la cucina giapponese incontra quella italiana? La magia di una cucina di alta gastronomia, la poesia di un sushi all’italiana. Come vuole la tradizione nipponica della cucina kaiseki, l’attenzione va riposta su ogni dettaglio, dalla selezione di piatti, fino al chicco di riso utilizzato. Il tutto con l’obiettivo di creare armonia. E cosa c’è di più armonioso di un cibo della tradizione giapponese che si combina con l’altissima qualità dei prodotti italiani? La versatilità di un piatto come il sushi rende perfetto l’accostamento con altre culture e altri sapori. Si presta molto bene ad essere reinterpretato. Partendo dalla classica base di riso, aceto di riso, zucchero, sale e acqua, e utilizzando prodotti autoctoni, è possibile dar vita al sushi all’italiana. La fantasia è l’ingrediente principale di questa ricetta. Accostare un riso tipico della penisola, come un Arborio o un Vialone Nano a salumi, formaggi e salse nostrani, potrebbe essere io modo migliore per stupire gli invitati a cena. È sempre consigliato utilizzare un riso per sushi, in quanto molto colloso e meglio compattabile, ma con il giusto metodo di preparazione, anche un riso della lomellina o del vercellese, potrebbe essere una bella scoperta. Ci sono molte versioni di sushi all’italiana da poter sperimentare. Una variante piemontese potrebbe presentare peperoni e acciughe o un taglio di Fassona crudo con rucola e olio di alta qualità. Un pizzico di zafferano nel riso riporta alla tradizione lombarda. Per un viaggio nei sapori laziali. L’abbinamento perfetto è con il cacio, il guanciale e il pomodoro, per ricreare un classico come l’amatriciana. Le combinazioni per preparare un sushi all’italiana sono infinite, ma per rispettare l’arte della cucina kaiseki, è importante utilizzare prodotti di ottima qualità, alternare le consistenze degli ingredienti e comprendere molti ingredienti vegetali. Sarà un’esperienza sensoriale indimenticabile, che unirà due culture apparentemente distanti, ma in realtà molto vicine ed accumunate da una grande passione: l’amore per il cibo.

Parliamo oggi di piccione, un volatile che, si voglia o meno, ha conquistato con la sua carne una posizione di privilegio nell’alta cucina. E non stiamo parlando solo di storia recente. La correlazione tra carne di volatile - cucina nobile si ritrova già a partire dal Medioevo: il consumo di questi animali rimandava a una sorta di elevazione figurativa, in linea con l’astrazione sociale dei più abbienti. Nei castelli vi erano persino delle torri «colombaie» destinate al nidificare dei piccioni, usati persino come merce di scambio o come moneta, tanto era il loro valore.Facendo un balzo in avanti, ritroviamo un piccione protagonista nell’alta gastronomia francese, ma anche elemento di pregio in cucine italiane tradizionali, come quella parmigiana o toscana. E ancora, arrivando ai giorni nostri, eccolo ingrediente principe nel menu di numerosi ristoranti blasonati del nostro Paese, con abbinamenti più o meno usuali. Avete già provato il nostro Piccione alla Perugina? Vi aspettiamo nel nostro ristorante per farvi apprezzare tutta la bontà di questa carne cucinata dalle mani esperte dei nostri chef e condita dalla loro personale creatività.